Macondo Rosa

Matteo Isolabella
2 min readMay 31, 2021

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Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio. Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito.

Gabriel García Márquez - Cent’anni di solitudine (1967)

Macondo si è vestita di rosa, dopo il giallo di qualche anno fa. Quella è l’origine di Egan Bernal, anzi Egan Buendía. Egan è senza dubbio un Buendía, passionale e deciso, generoso e impetuoso, furbo e ingenuo. Passionale come la sua terra, come i suoi tifosi che hanno conquistato Piazza del Duomo per acclamare il loro campione. Deciso nel gestire le risorse su 21 giorni di corsa, cosa non facile. Generoso, dal primo colpo di pedale all’ultimo, ringraziando i suoi compagni di squadra che lo hanno tirato, protetto, riparato e incitato. Sono stati sempre al suo fianco, non l’hanno mai lasciato come José Arcadio Buendía non lasciò mai la sua terra. A volte l’hanno lasciato ma solo perché non potevano stargli dietro, impetuoso sullo sterrato a mettere in chiaro le cose in classifica e in gruppo, venuto come un conquistatore come il Colonnello Aureliano Buendía. Furbo, perché forse ha scherzato con tutti parlando di un presunto mal di schiena e da quando si è vestito di rosa ha ripetuto "dai vediamo come arriviamo a Milano". Ingenuo in parte dopo il giorno di riposo andando fuori giri per seguire Yates, quando da seguire non c’era nulla in realtà ma solo da controllare.

Pic by @crap_art_daily

Passano le generazioni a Macondo, ma rimangono i suoi abitanti, Egan viene da lì. Passando per i Pirenei arrivando alle Dolomiti, in un unico filo che lega la sua storia, già pronta a raccogliere nuovi capitoli da aggiungere alla raccolta. Un pesciolino d’oro dopo l’altro, una gara dopo l’altra.

Perlomeno questo è quello che ci si aspetta. Ma non sappiamo cosa passi nella testa di Egan, ora Maria Fernanda lo aspetta, la sua mucca e le galline lo aspettano. La semplicità delle piccole cose, che fanno diventare grandi dentro e fuori. Le piccole cose che hanno reso grande Egan, passionale e deciso, generoso e impetuoso, furbo e ingenuo.
Egan "Buendía" Bernal.

Pic by @eganbernal

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